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Risoluzione consensuale e incentivo all’esodo
Risoluzione consensuale e incentivo all’esodo
Aggiornato oltre 5 mesi fa

Un po’ di contesto

Oltre alle dimissioni e al licenziamento, esiste un terzo modo in cui un rapporto di lavoro può terminare: la risoluzione consensuale. Significa che tu e il dipendente decidete di comune accordo di terminare il rapporto di lavoro, normalmente in cambio di un incentivo economico (”incentivo all’esodo”).

Risoluzione consensuale

Step 1. Concorda i termini con il dipendente

I termini principali sono: data di cessazione (se alla firma o in seguito), incentivo all’esodo o rinunce (e.g. al preavviso)

Step 2. Formalizza l’accordo

In questo caso la modalità cambia a seconda dei casi:

1° caso: Procedura telematica

  • l’accordo non prevede incentivi economici o rinunce a diritti previsti dal CCNL (es. il lavoratore rinuncia a fare causa)

  • il dipendente dovrà comunicare la risoluzione consensuale tramite portale* (link) seguendo le indicazioni per la risoluzione consensuale. Se non lo fa, la risoluzione non è valida

2° caso: Convalida in apposita sede (vedi sotto)

  • l’accordo prevede incentivi economici o rinunce a diritti previsti dal CCNL

  • la dipendente è in gravidanza o la/il dipendente ha un figlio < 3 anni

Incentivo all’esodo

L’incentivo all’esodo è utile per trovare un accordo di risoluzione consensuale e può essere sia economico che non. Ci sono diverse variabili che incidono sulla somma, le vediamo insieme

Trattativa con il lavoratore

Step 1. Valuta caso per caso e calcola il rischio

Dovrai valutare diversi fattori, tra cui:

  • l’età anagrafica: il ricollocamento di un dipendente prossimo alla pensione può essere complicato, quindi potresti valutare un incentivo che “accompagni” il lavoratore all’età pensionabile

  • l’anzianità di servizio: maggiore è l’anzianità di servizio e la professionalità acquisita, maggiore è l’incentivo che dovrai proporre

  • il rischio di condanna per licenziamento illegittimo: calcola le mensilità che sei disposto a pagare, tenendo conto del rischio che correresti se perdessi un’eventuale causa legale

  • valuta le situazioni particolari: malattia o infortunio prolungati, maternità o categorie protette. Alcuni lavoratori, infatti, non possono essere licenziati e in caso di causa, oltre alle mensilità di risarcimento, dovresti anche riassumerli per licenziamento nullo

Step 2. Decidi il tipo di incentivo all’esodo

  • Economico. In questo caso potrai proporre:

    • una cifra specifica (e.g. 15.000€) o un determinato numero di mensilità

    • eventuali fringe benefits (e.g. l’auto aziendale o un’assicurazione integrativa)

  • Non economico. Un servizio di ricollocamento. Puoi proporlo al posto di quello economico o in aggiunta

Step 3. Clausola “tombale”

Inserisci nell’accordo una clausola per cui, dopo aver firmato l’accordo, né tu né il lavoratore potrete rivendicare più nulla. Di fatto serve ad evitare future cause legali

Step 4. Formalizza l’accordo

Questo tipo di risoluzione consensuale per avere validità deve essere convalidata, a seconda dei casi, in una delle apposite sedi quali:

  • ITL (ispettorato territoriale del lavoro)

  • Sindacati designati

  • Collegio di conciliazione

Costo

L’incentivo all’esodo è molto conveniente sia per te che per il lavoratore

  • Lato azienda. Sulle somme che deciderai di erogare al dipendente, non dovrai versare contributi

  • Lato lavoratore. La tassazione che si applica tiene conto del TFR maturato nei 5 anni precedenti, e non solo dell’ultimo (altrimenti sarebbe altissima), e l’aliquota va da 23 a oltre il 40% per i TFR più alti

Esempio

Voce di calcolo

Costo azienda

RAL Annuale 30.000€

41.700€

RAL Mensile 2.500€

3.475€

Mensilità di incentivo all’esodo

5

Totale incentivo

12.500€


Note

* Sul portale, il dipendente può scegliere se dare le dimissioni o comunicare la risoluzione consensuale: naturalmente, dovrà scegliere la seconda opzione

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